Mentre aspetto l’arrivo del corteo
del sindacato, corre l’occhio a destra
e là, proprio di fronte al Colosseo,
vedo giovani che, con man maestra,
scavan rovine di magion romane.
E vedo come dunque ben si addestra
la nuova gioventù ch’ha nelle mane
il passato che pur è nostra storia.
E mi sovvien che forse non son strane
parole: “che inver non c’è vittoria
se dopo aver raggiunto il fondo ancora
scavar si deve”. Forse non è propria
immagine per questa trista ora:
eppur lo è. Che dunque ben si deve
prender atto che questa deteriora
situazion certamente non è lieve.
Allora: lasciam l’archeologia
e il guardo concentrato sia nel breve.
Alle giovine e ai giovin spazio sia
lasciato. Ma purché ben impiegato
a disegnare la corretta via.
Come dissi (e ripeto) nel passato:
cambiar si deve, anzi, voi dovete.
ll futuro gestir: vi è “decretato”.
martedì 6 settembre 2011
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